La lingua maori è la più “meridionale” delle lingue polinesiane, appartenenti alla famiglia linguistica austronesiana; è la lingua nazionale degli aborigeni neozelandesi e una delle tre lingue ufficiali della Nuova Zelanda, insieme all’inglese e alla lingua dei segni. Le lingue più strette al maori sono il rarotongano, il tahitiano e altri idiomi della Polinesia francese. Le persone che parlano questa lingua sono circa 160 mila. Si ritiene che il popolo maori fosse arrivato in Nuova Zelanda dalla Polinesia centrale. È probabile che ci furono diverse ondate di migrazione nel periodo tra l’VIII e il XIII secolo d.C. Invece, la lingua maori esiste presumibilmente da circa 800 — 1000 anni.
In origine non esisteva una versione scritta della lingua. Pertanto, i Maori utilizzavano un sistema di simboli creato appositamente. I Maori colonizzarono sempre di più le isole della Nuova Zelanda, la popolazione cresceva. Questo rese necessaria la creazione di una lingua scritta. I primi a tentare di scrivere la lingua furono gli europei all’inizio dell’Ottocento. Va notato che la lingua maori fu fortemente influenzata dall’inglese, a causa del fatto che i britannici iniziarono a stabilirsi massivamente nelle isole della Nuova Zelanda. Fu proprio la lingua inglese la fonte principale di numerosi nuovi vocaboli maori. A sua volta, anche l’inglese subì una certa influenza della lingua maori.
Alcuni fatti riguardo la lingua
1. Il maori è un linguaggio di tipo analitico e appartiene al gruppo linguistico polinesiano. La scrittura fu creata all’inizio dell’Ottocento, soprattutto sotto l’influenza degli europei. L’alfabeto maori è composto da 15 lettere latine (cinque di esse hanno sia forme corte che lunghe).
I grafemi “Wh” e “Ng” sono digrafi (una coppia di caratteri per un singolo fonema). Le forme lunghe delle vocali sono denotate dai macron: ā, ē, ī, ō, ū.
2. Nella lingua maori non esistono i verbi copulativi, nonostante la presenza di numerosi vocaboli di origine inglese. Invece, la particella ko viene utilizzata assai frequentemente:
«Ko tēnei ahau — Questo sono io».
3. I sostantivi non si declinano; sia al singolare sia al plurale si utilizza la stessa forma del vocabolo. Il plurale dei sostantivi avviene espresso mediante l’aggiunta dell’articolo determinativo plurale ngā.
La minaccia di estinzione
A metà del Novecento la lingua maori era sull’orlo dell’estinzione, nonostante il fatto che la parlassero un notevole numero di persone e che essa fosse una delle tre lingue ufficiali della Nuova Zelanda, insieme all’inglese e alla lingua dei segni neozelandese. Come è potuto accadere? Innanzitutto, a causa dell’influenza dell’inglese. Esistono anche altre cause.
Una delle possibili cause è la presenza dei dialetti nella lingua maori. Questo fu notato da Joseph Banks. Prese alcune parole e le suddivise in due gruppi: «settentrionali» e «meridionali», a seconda dell’isola in cui venivano usate. La sua teoria fu confermata dal seguente accaduto.
Un missionario di nome James Watkins giunse all’Isola del Sud della Nuova Zelanda per convertire i Maori al cattolicesimo. Cercò di comunicare usando il dialetto del nord, ma gli indigeni non lo capirono.
Le differenze tra i dialetti si possono notare sia nella fonetica che nel lessico. Anche nella grammatica sono presenti delle lievi variazioni, anche se non svolgono un ruolo così importante.
Inoltre, la lingua maori si suddivide convenzionalmente in due gruppi dialettali: il gruppo “occidentale” e il gruppo “orientale”. Secondo una delle ipotesi, questo è dovuto al graduale insediamento nella Nuova Zelanda di diversi gruppi di popoli polinesiani. Tuttavia, la comparsa dei dialetti non si basa sulle caratteristiche territoriali, ma dipende piuttosto da quale tribù viene utilizzato il dialetto. Anche nel XXI secolo, l’autoidentificazione tribale è molto importante per i Maori, e i dialetti rimangono un criterio rilevante di appartenenza a una determinata tribù.
Un’altra causa della minaccia di estinzione della lingua maori è la situazione sociolinguistica che si sviluppò verso la metà del Novecento. È vero, in quel periodo i giornali locali venivano pubblicati in maori. È vero, i nomi delle stazioni ferroviarie, delle città e delle montagne nella maggior parte dei casi sono i nomi maori. Addirittura, la Montagna di Cook fu rinominata. Ma tutto questo era più che altro un piccolo favore che la popolazione bianca della Nuova Zelanda fece agli indigeni. Alcuni dei dialetti erano ormai scomparsi, e sempre meno persone capivano la lingua maori, sia che fosse una chiacchierata in un negozio o in stazione, una conversazione all’ufficio della polizia o in qualsiasi altro luogo pubblico. Per esempio, un deputato maori stava tenendo un discorso nella sua lingua in Parlamento. E nessuno dei presenti lo capiva. Fu introdotta la posizione di un interprete, da allora presente in tutte le riunioni. Naturalmente, il deputato avrebbe potuto fare il suo discorso in inglese, ma questa era una questione di principio, perché i Maori hanno tutto il diritto di esprimersi nella propria lingua.
Oggi esistono diversi programmi per preservare il linguaggio maori dall’estinzione. Oltre a questo, esiste una relativamente notevole quantità di materiale didattico facilmente reperibile per imparare questa lingua in autonomia. Alcune delle dispense sono presenti su questo sito.